In 350 al convegno APIMAI
Giovedì 16 gennaio a Fosso Ghiaia 350 agricoltori hanno partecipato al convegno su “Macchine agricole & Previsioni economiche annata agraria 2020”
Erano trecentocinquanta gli agricoltori a La Campazza di Fosso Ghiaia per il convegno “Macchine agricole & Previsioni economiche annata agraria 2020” organizzato da Apimai Ravenna con la collaborazione del costruttore Krone, tedesco leader mondiale nel settore delle macchine per la fienagione. “Abbiamo organizzato l’incontro per rispondere a due quesiti fondamentali per ogni agricoltore”, ha detto il direttore Roberto Scozzoli aprendo i lavori. “Prima di tutto quale potrebbe essere l’andamento dei prezzi di mais, grano, soia e fieno nel 2020. L’altro tema invece è la meccanizzazione agricola con i trattori vecchi da revisionare da una parte e quelli nuovi dall’altra”.
Dei mezzi agricoli datati ha parlato Vincenzo Laurendi di Inail (si veda l’articoli a pagina 2), mentre gli ingegneri di Federunacoma (la federazione dei costruttori di mezzi agricoli) Lorenzo Iuliano e Domenico Papaleo hanno spiegato l’omologazione europea (la cosiddetta “Mother regulation”), illustrando, in modo particolare, le maggiori masse rimorchiabili dei nuovi rimorchi. Roberto Scozzoli ha parlato di permessi di circolazione mentre l’ispettore della Polizia stradale di Ravenna Denis Maccolini ha richiamato tutti alle responsabilità nel circolare in strada con un trattore.
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Dopo aver parlato di temi delicati quali la sicurezza sui trattori, le sanzioni per chi non rispetta il codice della strada, i permessi di circolazione e la revisione, l’aria è cambiata aprendo il capitolo “Previsioni economiche per l’annata agraria 2020”. Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia ha parlato della prossima Pac, la Politica agricola comune e di Green Deal europeo (si veda a pagina 2), Gianluca Bagnara di Aife – Associazione Italiana Foraggi Essiccati, ha affrontato temi di geopolitica (“materia da conoscere per presentarsi preparati sui mercati internazionali“), di clima e consumatori (“che vorranno sempre più prodotti certificati e salubri), Alberto Lipparini di Assosementi ha fotografato il settore sementiero concludendo che oggi “45mila ettari dedicati in Italia alla medica da seme sono troppi se non si garantiscono produzioni di qualità. Occorre impiegare seme certificato e programmare le produzioni applicando l’accordo interprofessionale”.
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Si è poi parlato del mercato mondiale dei cereali, oggi diretto da un mix di algoritmi e intelligenza artificiale, con un coinvolgente Andrea Cagnolati di Grain Service che ha provato a dare dei consigli, per esempio “ci sono le condizioni per una ripartenza dei cereali sui mercati internazionali; non trascurare le potenzialità delle oleaginose; puntare su nuovi prodotti ma attenzione ai costi; incrementare la cultura finanziaria per saper leggere i mercati; lavorare per filiere che esportano; seguire le nuove tecnologie perché avranno un enorme impatto, anche solo perché abbatteranno le commissioni bancarie”.
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Le conclusioni del convegno sono state fatte dal presidente di Apimai Roberto Tamburini e dagli onorevoli Franco Manzato e Jacopo Morrone. “Il concetto di agricoltura è cambiato, il risultato economico deve andare di pari asso con la salubrità del prodotti e il rispetto dell’ambiente. All’agricoltura non basta più essere di precisione, multifunzionale o verde, deve essere smart. Per essere intelligente le servono servizi agromeccanici professionali, possibili solo se certificati attraverso un albo dei contoterzisti, e serve una politica che non scarichi sui ‘soliti noti’ il peso degli investimenti necessari. E per ‘soliti noti’ intendo gli agricoltori”.
L’onorevole Franco Manzato, sottosegretario all’agricoltura con l’ex ministro Centinaio, confida: “I mercati mondiali chiedono all’Italia prodotti e ambiente di qualità. Per questo occorre sostenere economicamente il rinnovamento del parco macchine e far rientrare i servizi agromeccanici nei Piani di sviluppo rurale. Perché se puntiamo a prodotti di qualità, anche i servizi dei contoterzisti devono essere di qualità”. “Salvare l’agricoltura non ha colore politico – ha concluso il deputato di Forlì della Lega Jacopo Morrone – ciò che in fondo conta è che i posti chiave siano occupati da persone preparate e di buon senso, capaci di fare politica agricola”.