Coronavirus, autodichiarazione sugli spostamenti

Come funziona e quando si può usare

I cittadini potranno continuare a spostarsi per esigenze di lavoro e salute. Ma come funziona la «autodichiarazione» predisposta dal Viminale?

Il ministero dell’Interno ha predisposto un modulo per giustificare il movimento all’interno delle aree di sicurezza varate per il Coronavirus, per entrarvi e per uscirne: qui lo si può scaricare (con l’intestazione «Autodichiarazione ai sensi degli articoli 46 e 47 del D.P.R 28 dicembre 2000, n. 445»; vale già per tutto il territorio nazionale). Insieme all’autocertificazione, occorre essere in possesso della documento con il quale il datore di lavoro dichiara che il lavoratore presta servizio presso di lui (vedi il secondo allegato).

AUTODICHIARAZIONE

DICHIARAZIONE DATORE DI LAVORO

Anche se l’Italia è un «paese bloccato», i cittadini potranno così continuare a spostarsi per lavoro, salute o necessità. In breve, si tratta di un documento che certifica perché un cittadino si sta muovendo nonostante le limitazioni fissate dalle autorità e la raccomandazione a rimanere a casa il più possibile.

Il ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha scritto in una direttiva ai prefetti che «i controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità avverranno lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti».

● Su autostrade e viabilità principale, gli agenti della polizia stradale potranno fermare le vetture e controllare i moduli. Lo stesso potrà essere fatto da Carabinieri e Polizia municipale sulla viabilità ordinaria

● Nelle stazioni ferroviarie saranno attuati gli stessi controlli sui passeggeri, chiedendo di esibire la propria autodichiarazione

● Negli aeroporti, i passeggeri in partenza dovranno esibire la certificazione insieme ai documenti di viaggio. Quelli in arrivo dovranno motivare lo scopo del viaggio in fase di ingresso.

Se mi sono dimenticato il documento a casa, cosa succede?
In teoria, il documento deve essere stampato, compilato e pronto all’uso in caso di richiesta. Esserne sprovvisti, però, non equivale a commettere qualche violazione: secondo la direttiva già citata, l’autodichiarazione può essere «resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia. La veridicità dell’autodichiarazione potrà, infatti, essere verificata anche con successivi controlli».