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Pomodoro, la campagna che verrà

Trapiantatrice di pomodoro

Il prezzo permette di respirare, gli ettari ci sono, ma attenzione a queste piogge. Tamburini fotografa la situazione del comparto Pomodoro in Romagna

Pomodori pelati, triturati, concentrati, conserve, salse, passati, cubettati e succhi: circa l’85% della produzione italiana di pomodoro è destinata alla trasformazione industriale con l’Emilia Romagna in pole position. Qui si producono 2 milioni di tonnellate di prodotto su 4,6 milioni di tonnellate a livello nazionale (il 14% della produzione mondiale). “Il tempo dei trapianti è iniziato, un accordo sul prezzo c’è, ma il meteo anomalo rende incerta la campagna 2019”, illustra il presidente di APIMAI Ravenna Roberto Tamburini.

A causa dell’instabilità del meteo la campagna è iniziata con il piede sbagliato: “La stagione è terribile. Dopo due giorni di lavoro arriva la pioggia e dobbiamo fermarci per tre o quattro giorni. In queste condizioni non si riesce a trapiantare”. Per lavorare con tranquillità occorrerebbero un paio di settimane senza precipitazioni. Invece capita che le pianticelle attendano in azienda il momento giusto per essere trapiantate, e nel frattempo perdono di regolarità. “Quando poi esce il sole, si alza il vento che asciuga”, prosegue il presidente di APIMAI.

Se la situazione meteorologica è anomala rispetto agli anni scorsi, quando nei due mesi di campagna si sono verificate al massimo un paio di fermate per un totale di otto giorni, l’accordo sul prezzo permette ai produttori di respirare: “Con la Italtom di Argenta abbiamo fissato un prezzo base di 86,50 euro a tonnellata”. Un netto miglioramento rispetto ai 79,25 euro del 2018.

Un anno fa il prezzo era insostenibile, eppure nel 2019 in Romagna si registra un aumento degli ettari a pomodoro: “Il prezzo era insostenibile per i produttori, ma il 2018 è stato un anno abbastanza tranquillo. Avevamo piantato meno pomodoro per questo l’industria lo ha cercato subito e non si sono verificati intoppi durante la raccolta, sfasata di una settimana tra il sud e il nord della Romagna. Inoltre, a parte un po’ di batteriosi quando le piantine erano già alte, non abbiamo dovuto affrontare grosse problematiche colturali. Per questo, nonostante il prezzo bassissimo del 2018, quest’anno in Romagna aumenteranno gli ettari a pomodoro”.

Il meteo infame è l’incognita del 2019. “Il rischio sono le malattie. I terreni sempre umidi di queste settimane hanno favorito la risalita del ferretto dagli strati più bassi del terreno fino alla radice delle piante, tagliandole. Un danno che non abbiamo mai avuto”.

Oggi il pomodoro trasformato vale oltre 3,3 miliardi di euro ed è strategico per la sua grande vocazione all’export (nonostante il calo dei consumi interni), essendo uno degli emblemi della cucina italiana nel mondo. “ Il valore del prodotto deve ancora crescere. Per questo serve una filiera più compatta ed efficiente che garantisca nel lungo periodo le condizioni per la sopravvivenza e la competitività del comparto”, conclude Tamburini.